La storia dell’olio, sul Garda

Contribuire alla tutela del patrimonio ambientale e storico del nostro territorio è una priorità per noi di Olio Turri. Con lo scopo di tramandare le pratiche e le tecniche contadine usate dai nostri antenati, abbiamo pubblicato due libri sull’argomento. La storia dell’olio d’oliva sul Lago di Garda è cominciata più di mille anni fa e ad oggi continua a influenzare il nostro lavoro. Ve la raccontiamo qui: 

Epoca romana

I primi ritrovamenti archeologici riguardanti la coltivazione dell’olivo sul Garda risalgono all’età del bronzo. Grazie all’introduzione di nuovi sistemi di ammasso e distribuzione dell’olio, l’olivicoltura ha conosciuto un momento di massima espansione con l’Impero romano. Con la caduta dell’Impero, anche l’olivicoltura vede un lento declino fino alla sua riscoperta nel Medioevo

Medioevo

Furono i gran­di monas­teri dell’Alto Medio­e­vo a diffondere nuovamente la coltivazione dell’olivo nella regione del Garda. Grandi quantità di olio erano necessarie per illuminare e svolgere riti nelle chiese, ma le quote provenienti dal Mediterraneo scarseggiavano. Come soluzione, i monaci cominciarono a piantare sempre più olivi, ricoprendo le sponde del lago di oliveti e frantoi.

In questo periodo l’olio del Garda si distingue per l’alta qualità e il suo alto valore economico, e viene utilizzato con risultati eccellenti sia nell’alimentazione che in medicina. L’uso alimentare era destinato a pochi, poiché all’epoca “4-6 Kg di olio gardesano valevano quanto un maiale molto grande”.

Rinascimento
Con il Rinascimento il consumo d’olio di oliva conosce un costante rifiorire grazie all’applicazione della forza idraulica ai frantoi in sostituzione delle macine, fino ad allora azionate a braccia o con l’ausilio di animali.

L’opera dell’uomo contribuisce sempre più a delineare i tratti del paesaggio del Lago di Garda: si iniziano a vedere vere e proprie costruzioni “a terrazze” affacciate sul lago, adatte alla coltivazione degli oliveti e che sono arrivati fino ai giorni nostri.

Il Novecento
Negli anni Trenta vengono varate leggi per la promozione dell’olivicoltura e la produzione di olio cresce esponenzialmente. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la cucina tradizionale italiana, comparata con quella oltreoceano, viene ritenuta troppo povera e il burro prende il sopravvento. L’uso di margarina esplode e il consumo di olio d’oliva cala.

Gli anni ‘50 vedono una notevole disponibilità di manodopera che incoraggia la diffusione della coltura dell’olivo e permette l’estensione della coltivazione della pianta in zone al limite.

La svolta avviene alla fine degli anni ‘80: la riscoperta della qualità del prodotto e la diffusione della dieta mediterranea a livello internazionale riportano l’olio in auge nei cuori e sulle tavole degli italiani.

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