Un “assaggio” del libro che presenteremo domenica alle ore 15,00 in occasione della Festa dell’olio nuovo al nostro Frantoio di Cavaion Veronese.
Con queste pagine, vi accompagniamo in un percorso, “dal mondo rurale tradizionale alla specializzazione”, che è stato in fondo il percorso della nostra stessa vita, come famiglia e come impresa. Il racconto fotografico che occupa la prima parte di questa pubblicazione testimonia (ancora una volta) quanto profonde e quanto tenaci siano le radici della ruralità nella società italiana – ancor oggi, in un momento nel quale (si dice) viviamo in un mondo non solo post-rurale, ma post-industriale. Ma non bisogna dimenticare che la trasformazione del mondo contadino italiano è recente, ed è ancora viva nella memoria di chi è vivo. Nel primo censimento della Repubblica italiana, nel 1951, ancora oltre il 50% della popolazione attiva lavorava in agricoltura (oggi, circa il 4%). Da quel mondo contadino provenivano Mario, nostro nonno, e Giancarlo Turri, nostro papà. Ambedue, dopo gli studi alla Scuola agraria di Marzana (in Valpantena), sono stati castaldi. Il castaldo – che era in relazione per un verso con i fittavoli e i braccianti, per l’altro verso con i proprietari – era veramente una figura fondamentale nella società rurale tradizionale del Veneto (e non solo): depositario di “saperi” e di tecniche, capace di gestire ma anche di guardare avanti. (…)
Ecco, nella prima parte di questo volumetto abbiamo cercato (grazie al lavoro di un giovane ricercatore) di restituire qualche flash di come si dipanasse nel corso dell’anno – nella sua coralità – la vita rurale di una corte, sotto la regia attenta di un castaldo, che conosceva tutti gli uomini (il padrone e i braccianti) e tutte le cose e tutti gli attrezzi, e tutti gli spazi e i tempi. Ma nella rapida trasformazione sociale ed economica del Novecento la nostra famiglia ha sviluppato soltanto uno dei “saperi” contadini del passato, e ad esso si è dedicato: la coltivazione (e la cultura) dell’olivo, la produzione dell’olio, l’attenzione sempre più attenta alla sua qualità e alla sua “naturalità”. Noi stessi abbiamo scoperto quanto fossero profonde, inestricabilmente contorte e intrecciate (come i rami e il tronco della pianta) nella storia del Mediterraneo e dell’Italia e del nostro territorio collinare (veronese, gardesano), le radici dell’olivo; quanto intimamente connessa con la nostra storia e con la nostra civiltà la vicenda (e la cultura, anche alimentare) dell’olio. Abbiamo perciò riproposto in breve, nelle pagine della seconda parte di questo volumetto, alcuni tratti di quella storia millenaria. Qualcosa – forse l’essenziale – di quella storia era rimasto vivo nella sapienza antica del castaldo, nei decenni scorsi. E questo qualcosa – forse l’essenziale – speriamo che resti vivo nel presente e nel futuro.
Mario, Laura, Luisa e Giovanni Turri