L’olio extravergine d’oliva non è tutto uguale: come il vino, bisogna saper abbinare quello giusto per i piatti che portiamo sulla nostra tavola tutti i giorni
Imparare ad abbinare l’olio extravergine d’oliva ai piatti che prepariamo e che mangiamo ogni giorno è importante, anzi fondamentale: una vera e propria arte. Proprio come il vino, anche l’olio EVO ha profumi, sentori e caratteristiche che possono esaltare oppure rovinare totalmente il gusto di una pietanza.
In quali categorie, dunque, si suddividono gli extravergine d’oliva? E a quali piatti si accompagnano?
Innanzitutto, bisogna sapere che gli EVO si classificano in oli dal sapore fruttato leggero, fruttato medio e fruttato intenso, in una scala crescente che misura il grado d’intensità del bouquet di profumi, sia all’olfatto che all’assaggio.
Olio EVO fruttato leggero
Si tratta di un olio tendente al dolce, morbido e dal profumo delicato, con sfumature lievissime di piccante. Il fruttato leggero si presta ad accompagnare piatti dai sapori delicati come carni bianche, crostacei bolliti, salmone, insalate semplici e, perché no, i dessert…avete mai provato il gelato con l’olio?
Olio EVO fruttato medio
Più corposo rispetto al fruttato leggero, l’olio fruttato medio è saporito, fragrante, armonico e ben equilibrato. Si abbina bene con zuppe di legumi, carni bianche dal sapore deciso, pesce azzurro alla griglia ed insalate saporite.
Olio EVO fruttato intenso
Un olio che pizzica in gola, grazie alle sue spiccate note amare e piccanti. Perfetto da servire con pietanze dal sapore intenso e dalla struttura robusta: carni rosse alla griglia, brasati, selvaggina, ma anche insalate composte da verdure amare e minestre di legumi dal sapore intenso.
Infine, una regola semplice e basilare: ad ogni piatto tipico di una zona corrisponde l’olio EVO prodotto dalla cultivar della stessa provenienza.