A cosa serviva questo vaso?

Non vi siete mai accorti di questa presenza curiosa che talvolta rimane ai margini delle antiche corti rurali della nostra provincia veronese, più in collina? spesso viene riempita di terra, per diventare un vaso da fiori o anche, come ho trovato una volta, una vasca per i pesci!

Ebbene questo strano oggetto ha un nome altrettanto curioso, si chiama centenar e non sempre è stato così fortunato da mantenere con sé il proprio coperchio di legno. Si tratta di un contenitore da olio, in pietra. Molto spesso in Valpolicella e dintorni lo si trova in pietra di Prun. Il nome deriva da latino tardo centenarius che in origine significava “recipiente da cento libbre” di olio d’oliva naturalmente. Perché l’olio si misurava, a partire dal Medioevo, in libbre, che a seconda delle località si chiamavano anche baceda, galeta, brenta. La libbra corrispondeva probabilmente a 0,47 litri; i suoi multipli erano appunto la baceda (9 libbre, pari a 4,29 litri) la galeta (in qualche caso pari a 9 bacede, ma forse più spesso divisa in 4 bacede, pari a 17 litri) e infine la brenta (pari a 68,7 litri).

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