E’ un piatto della tradizione veronese nato a Parona, un bel quartiere a nord di Verona, adagiato sulle rive del fiume Adige.
La storia racconta che i barcaioli, che trasportavano le merci dal Trentino lungo l’Adige, facessero sosta a Parona quando la dogana era chiusa.
Durante la sosta potevano godere del riposo presso le diverse osterie e come pagamento lasciavano qualche cassetta di aringhe.
Dato che nel periodo quaresimale si mangiava ‘di magro’ ecco che si cominciò a preparare la Renga con questa antica ricetta.
E’ grazie al “Comitato benefico della Renga”, nato nel 1969, il recupero di questa festa veronese con la quale si apriva la Quaresima nella giornata delle ceneri.
Ingredienti: aringhe sotto sale, aglio, prezzemolo, olio extra vergine di oliva Turri.
Preparazione: abbrustolire l’aringa sulle braci e a cottura ultimata pulirla dalle lische e dalla pelle. Se ci sono uova, particolarmente pregiate, vanno tenute e aggiunte all’aringa. Deporre a strati i pezzi di aringa in una terrina, aggiungere aglio e prezzemolo tritati e alla fine, quando ormai la renga è fredda, ricoprite tutto di olio extra vergine di oliva Turri 100% italiano. Lasciatela così per circa un mese e mezzo. Se necessario aggiungere olio extra vergine di oliva.
Variante: l’aringa, anziché abbrustolirla, si può bollire per tre minuti nell’acqua o nel latte.
* per gentile concessione Comitato benefico Festa della Renga