Perché il concetto di blending fa paura ai puristi dell’olio? Perché si è diffusa la cultura del moncultivar, della “selezione” di olio proveniente da olive di una determinata varietà, di un certo territorio, di una certa tradizione etc. L’olio italiano si ottiene molto spesso da un “blend” di varietà. Il nostro paese ha una lunga tradizione nella creazione del blend, che non è altro che una miscela, mix di diverse olive, che si crea già in frantoio, nella fase della frangitura. Perché?
Perché le diverse cultivar hanno caratteristiche proprie, differenti l’una dall’altra, che trovano una perfetta armonia in una sorta di composizione, per arrivare a creare un olio bilanciato, un olio che possa avere una qualità oggettiva finale. Così si fa nel vino e così si fa nell’olio. Colui che seleziona conosce bene le diverse caratteristiche e compone quella speciale cuvée che consente l’abbinamento migliore alle diverse esigenze del consumatore. Il selezionatore dà un apporto importante a quello che la natura ci offre. La capacità di selezionare vuol dire essere in grado di esprimere un’idea, uno stile di olio, che nella costanza delinea la filosofia del produttore. Quindi perché avere paura del blend?