L’olivo nel corso dei millenni è stato scelto come simbolo dai popoli più diversi e dalle culture più distanti
Presente in tutto il bacino del Mediterraneo, l’olivo è una pianta che ha origini antichissime. Ed è proprio per questo che fin dalla notte dei tempi i suoi rami sono stati eletti simbolo di pace, di amore, di speranza.
Già nell’Antico Testamento ne troviamo traccia. Nel libro della Genesi Adamo, ormai vicino alla morte, manda il figlio Seth nel paradiso terrestre per chiedere l’olio della misericordia e della salvezza all’angelo che ne custodiva i cancelli. L’angelo rispose che l’olio sarebbe stato concesso dal figlio di Dio quando fosse giunto il momento della sua venuta, ma gli dette nel frattempo tre semi e gli ordinò di metterli sotto la lingua di Adamo dopo la sua morte. Dalla bocca del primo uomo fiorirono tre rami: il primo di olivo, il secondo di cedro e il terzo di cipresso.
Dopo il diluvio universale la colomba torna da Noè portando nel becco un ramoscello d’olivo per annunciare la riconciliazione tra la terra e il cielo. Sarà quel ramo a simboleggiare la rinascita e la rigenerazione, ma anche la pace. Gli uomini infatti fanno pace sia con la Terra che con Dio. Per il popolo ebraico l’olivo è inoltre simbolo di giustizia e di sapienza.
Anche all’interno dei Vangeli del Nuovo Testamento è presente il ramo d’olivo. Quando Gesù entra a Gerusalemme viene accolto festosamente dagli abitanti della città, che per celebrarlo recano in mano proprio delle fronde di palma e di olivo. Non solo: prima di morire, Gesù passa le sue ultime ore nell’Orto degli Ulivi. L’olio e l’olivo, quindi, diventano simboli anche della neonata religione cristiana, celebrati sia nella Domenica delle Palme che nella Pasqua. L’olivo rappresenta il Cristo stesso che, attraverso il suo sacrificio, diventa strumento di riconciliazione e di pace per tutta l’umanità. L’olivo diventa quindi una pianta sacra, e sacro è il succo dei suoi frutti, l’olio. Infatti l’olio d’oliva è il Crisma (da cui deriva la parola Cristo, che significa unto) usato nelle liturgie cristiane.
Per i Greci antichi, invece, l’olivo è il simbolo di Atene e della dea che le dona il nome, Atena. Il mito narra che la pianta fosse un dono alla capitale ellenica della divinità, che contendeva al dio del mare, Poseidone, la supremazia dell’Attica. I due si sfidarono offrendo un dono ciascuno. Poseidone fece comparire una pozza di acqua marina, che simboleggiava il dominio di Atene sul mare, e un cavallo bianco, strumento di guerra. Atena, invece, percosse la terra con la lancia e fece nascere un olivo, promessa di utili produzioni e simbolo di pace. I cittadini chiamati a scegliere non ebbero dubbi: la loro protettrice sarebbe stata Atena, a cui la città deve il nome.
L’olivo era così importante per i Greci che lo usavano per cingere la testa degli atleti vincitori delle Olimpiadi. Non solo: l’olivo in Grecia simboleggia anche un amore forte, fedele e duraturo nel tempo. Il letto nuziale di Ulisse e Penelope era scavato all’interno di un tronco d’olivo, con radici ben piantate a terra, l’intera stanza era stata costruita attorno al talamo. A Creta si usa ancora oggi regalare agli sposi un albero d’olivo da piantare, perché il loro amore cresca rigoglioso e sappia far fronte alle difficoltà della vita.
Gli antichi Romani, invece, intrecciavano ramoscelli di olivo per farne corone con le quali premiare i cittadini più valorosi, oltre al fatto che, secondo tradizione, i gemelli divini Romolo e Remo nacquero sotto un albero d’olivo.
Quella dell’olivo, infine, è una storia millenaria, che con la sua simbologia si intreccia con la storia degli uomini. Un albero che per secoli ha rappresentato – e continua a rappresentare – pace, speranza e unione tra i popoli.