Con il termine “ulivo” o “olivo” si indica l’albero sempreverde tipico del mediterraneo a cui noi italiani siamo così abituati. Conosciamo bene la pianta, ma tutti noi almeno una volta ci siamo ritrovati a chiederci: “Si dice olivo o ulivo?”.
Vediamo insieme la risposta.
Un po’ di storia…
Cominciamo con il dire che fin dalle origini, la nostra lingua indicava l’albero coltivato per la produzione di olio con ben quattro forme: due maschili, olivo e ulivo, e due femminili, oliva e uliva.
Se da una parte la prima comparsa delle forme in o- e u- risale allo stesso periodo, dall’altra, le une e le altre differiscono per area di provenienza.
La parola olivo e la parola ulivo sono attestate in documenti del 1257 (la prima), e del 1292 (la seconda). Per quanto riguarda l’origine invece, ulivo risulta usato molte più volte nei testi fiorentini o in generali toscani; mentre olivo compare in testi senesi, aretini, bolognesi e genericamente emiliani.
La biblioteca digitale di testi rappresentativi della tradizione culturale e letteraria italiana, la Biblioteca Italiana, ci mostra anche l’uso dei due termini per fasce cronologiche.
Nel ‘500 è olivo a detenere il primato, forte di un secolo in cui la questione di una lingua nazionale si fa impellente.
Nell’800, nel momento storico in cui si assiste ad una riproposizione del toscano e del fiorentino come lingua preponderante a livello nazionale, si ha invece un aumento notevole della forma con la u-. Tendenza che scompare nel secolo successivo, con il ritorno alla o- nel ‘900.
E oggi?
Ai giorni nostri si registra l’impiego quasi esclusivo di olivo: altamente diffuso in tutto lo stivale, viene usato anche dalla maggior parte degli istituti scientifici, dei siti delle università e di tantissime altre fonti online. Lo stesso Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali preferisce questa forma.
Resiste comunque l’uso di ulivo e il suo derivato uliveto. In Toscana in primis, ma anche in settori tecnici e normativi, nell’uso comune di determinati dialetti e nel linguaggio cattolico.
Quale è dunque la forma corretta?
Entrambe lo sono! Nonostante alcuni ritengano la radice in u- obsoleta o addirittura dialettale, questa forma non è linguisticamente sbagliata e può essere utilizzata al pari della sua controparte che comincia con o-.
Tu quale preferisci?