“O d’ardente paiuolo uscito caldo,
gnocco gentil, cui tante carte vergo:
o sol degno d’aver perpetuo albergo
ove domina l’aer di Monte Baldo…
Di fronte a tanti entusiastici consensi, chi può pensare anche un solo istante di ricusare l’allettamento di un simile piatto? Sono quattrocento anni che il profumo degli gnocchi offre il gioioso benvenuto di Verona all’appetito di ogni forestiero e chi voglia veramente assaporare una delizia, non rifiuti l’esperienza gnoccolara e ne sarà largamente ripagato. Sì perché gli gnocchi offrono al buongustaio la sensazione della robustezza e della delicatezza insieme, essendo amalgama sapiente di bianca, finissima farina di frumento e soffice pasta di patate lessate, cui il burro, giustamente dosato, dona ideale scudo ed usbergo.
Quando poi l’impareggiabile ragù (il concentratissimo e sapido intingolo di carne equina lasciata lungamente a macerare in una salsa di pomidori freschi condita con olio, burro e sapori), macchierà di un rosso cupo e promettente il candore della fumante montagnola gnoccolara; e quando infine l’abbondante parmigiano stravecchio scenderà propizio sopra di essa, il piatto è veramente pronto e sarà ancor più appetitoso se accompagnato dal nobile rosso granato di Valpolicella.”
Mario Maimeri – Gastronomia Veronese – 1956