Nell’antica Roma come nel mondo greco, la vera espressione del valore dell’olio era legata all’abitudine di ungersi il corpo, un rituale irrinunciabile nelle palestre e nei bagni.
Due affreschi murali provenienti da Pompei ed Ercolano, mostrano le tecniche di preparazione degli unguenti profumati. L’olio, prodotto macinando le olive e pressandole poi tra due tavole di legno con l’aiuto di cunei e martelli, era mescolato con le erbe aromatiche, pestate a loro volta con un mortaio. Gli oli essenziali delle erbe si mescolavano e venivano assorbiti naturalmente dall’olio, che risultava così piacevolmente profumato e veniva apprezzato per la cura del corpo femminile ma anche maschile. Questi oli erano poi utilizzati nelle pratiche religiose, in riti purificatori ma anche nelle cerimonie funebri. Infine, in determinate composizioni con piante officinali, si utilizzava come cura di malattie oppure infezioni, ustioni, pruriti o punture di insetti.