Per limitare al massimo il deterioramento dell’olio di oliva bisogna tenere conto dei nemici delle sue caratteristiche: le sue delicate proprietà organolettiche lo rendono molto sensibile alla luce e al calore, quindi sarà bene per prima cosa utilizzare recipienti adatti. Dopo il processo di spremitura e filtraggio, l’olio viene travasato dentro speciali contenitori in acciaio chiamati fusti, che rispettano tutte le normative del caso. I fusti hanno i due vantaggi di essere impermeabili a umidità, luce e ossigeno e atermici, oltre a non trasmettere alcun sapore all’alimento. L’olio viene conservato in questi fusti a lungo, per poi essere imbottigliato per il trasporto finale.
Ma come viene trasportato l’olio di oliva?
È proprio durante il trasporto verso l’utente finale che l’alimento rischia di più: ormai in bottiglia, spesso di vetro e quindi fragile, l’olio viene imballato per resistere a viaggi che possono durare dalle poche ore a settimane o mesi, a seconda della distanza percorsa e del mezzo di trasporto. Nel migliore dei casi è imbottigliato in recipienti scuri, che lo proteggono dalla luce, ed è trasportato d’inverno, quando non vi sarà il pericolo delle alte temperature e del sole a picco, ma purtroppo non sempre è così.
Spesso il trasporto dell’olio avviene via camion: il problema di questo mezzo è l’imprevedibilità del livello di calore durante il viaggio, dato che può accadere che il camion rimanga sotto il sole a temperature davvero molto elevate, e l’olio ne risenta sicuramente. Ancora peggio è la situazione quando il trasporto avviene via nave, perché l’olio viene caricato in container posti sul ponte dell’imbarcazione, sotto il sole e in balia delle intemperie, a volte per settimane o addirittura mesi.
Assicuratevi perciò che chi ve lo vende abbia “curato” la preziosa fase di trasporto o quanto meno cercate di far viaggiare il meno possibile l’olio. Certo non è facile, ma sono considerazioni che si deve iniziare a fare.