Parliamo dell’asparago, ottimo per il vostro menu pasquale

 

L’asparago è una pianta perenne della famiglia delle Liliacee. Vive sotto terra e nella stagione primaverile produce dei turioni, i germogli, che hanno un sapore delicato e sono di colore bianco se fatti crescere coperti da sabbia, di colore verde se fatti crescere alla luce. I germogli sono la parte più commestibile.

Sembra l’asparago sia originario dalla Mesopotamia. Nella forma spontanea era già nota agli Egizi (4000 a.C.) che ne diffusero la coltivazione nel Mediterraneo. Ma furono i Romani, popolo dal palato raffinato, che lo portarono nel nostro territorio.

Il nome sembra derivare dal persiano “sperega” che significa appunto “ germoglio”, che i Greci trasformarono in “asparagos” (che significa “pieno di linfa”).

Il nostro Paese, dopo gli Stati Uniti e la Francia, è uno dei maggiori produttori di asparagi e il Veneto è una delle regioni più interessanti, sia per qualità sia per quantità.

L’asparago è però una coltura pregiata, di prezzo elevato, perché spesso se ne usa solo la punta, che è la parte più gustosa e gradevole, e più raramente si usa il gambo, utilizzato per preparare, ad esempio, una crema per arricchire un risotto o altro.

Naturalmente il miglior modo per assaggiare gli asparagi è di consumarli appena colti, crudi, conditi con una vinaigrette.

Se però si preferiscono cotti, la cottura che meglio rispetta le vitamine e i sali minerali dell’asparago è quella “al vapore”. Tuttavia gli asparagi possono essere cotti anche in acqua salata a moderato bollore, dritti, in spazio ristretto, meglio se in una pentola munita di un cestello, che ne facilita l’estrazione senza danneggiarli. Antonia Polese

A voi poi l’abilità nell’abbinarli. Buona Pasqua!

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