“Ai legati del re Gallieno, San Zeno, regalò tre pesci. Quelli, non contenti, ne rubarono un quarto, ma postili a bollire, tre si cossero, uno restò crudo. Vergognandosi tornarono per restituirlo, ma Ei lo donò e perdonò…”
Questa l’antica cronaca di uno dei più significativi miracoli di San Zeno, il patrono di Verona, sempre rappresentato sorridente e sereno, raffigurato spesso con un pesce pendente dal pastorale.
Ma, accanto alla cronaca, una altrettanto antica tradizione orale vuole che il pesce che San Zeno era solito frequentemente pescare, fosse destinato ai suoi pasti penitenziali. Il cibo più comune per il Santo era infatti costituito da poche sardine consumate lentamente in olio d’oliva. Da questo sugo di sapore particolarmente forte nacquero così i bigoi co’ la serdela, i quali appunto in virtù del sapidissimo sugo in cui sono conditi, aprono magnificamente un menù importante.