Aspettando Warda Garda: le armonie del lago
Scrivevano nel XV secolo che il Garda era “una terra lieta d’olivi, ci si colgono Olive di cui si spremono Ogli più purgati, e più odorosi, che quei di Piceno, di Ficione, di Venapro e di Atene medesima, non solo per acconciar insalate, o per friggere i pesci, e molte altre vivande, ma per le medicine così semplici… Massimamente quel che viene spremuto dall’olive prima che facciano bollire, al quale dicono Oglio Vergine”. Il Messedaglia ricorda che c’erano boschi di olivi e l’olio abbondava, ma i contadini preferivano venderlo per racimolare qualche denaro. La povera gente lo usava con parsimonia, versandone un po’ e impiegando le sanse ne ricavavano un sapido pane condito.
Bello questo pensiero di Giorgio Gioco sull’olio del Garda “prova a sposarlo con un piatto povero, affonda le mani nel lago, pesca sardene, alborelle, cavedani, anguille, metti il pesce su un materasso di braci con ramoscelli odorosi e sentirai il connubio, sentirai le armonie del Garda e del Baldo.