In questi giorni se ne fa un gran parlare, diserbante o non diserbante. In particolare sotto attacco è il noto glifosato, un diserbante non selettivo (quindi considerato tossico per tutte le piante).
Anche per l’olivo è sempre stata molto sentita dagli agricoltori la necessità di eseguire il diserbo, almeno la necessità di contenere la nascita delle malerbe sotto gli olivi che sottraggono elementi nutritivi alla pianta, oltre che l’acqua.
Pensate che nell’antichità si utilizzava l’Amurca (morchia o feccia dell’olio). Questo sottoprodotto dell’estrazione dell’olio veniva consigliata da Varrone, Catone e altri autori latini successivi, come diserbante efficace, perché sparsa sul terreno, preveniva la crescita delle erbacce. Nel “De re Rustica” Varrone scriveva “Due sono i prodotti che si ricavano dalla spremitura delle olive: l’olio, che tutti conosciamo, e la morchia (…); se invece essa è adoperata moderatamente, è assai utile per molte cose e soprattutto in agricoltura, poiché si suole spargere intorno alle radici degli alberi, soprattutto agli olivi e dovunque nel campo crescono le erbe nocive”. Ecco che una buona pratica che non nuoce certamente alla salute.